Riforma delle pensioni 2018. Le ultime novità su Quota 100 e spesa pensionistica

Con il conferimento dell’incarico della formazione del nuovo governoa Giuseppe Conte, l’incertezza politica che ha caratterizzato gli ultimi mesi dovrebbe essere definitivamente alle spalle. Una volta compiuti tutti i passi formali volti formazione del nuovo governo ed alla suo insediamento, si dovrebbe cominciare a lavorare per mettere in atto gli interventi contenuti nel contratto di governo tra M5S e Lega.

Per quanto riguarda il capitolo pensioni, è prevista l’adozione di Quota 100 e Quota 41 per l’accesso alla pensione. L’inserimento di un sistema di quote per il pensionamento non è ben visto dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, il quale ha lanciato un nuovo monito sulle risorse. “Superare” la legge Fornero mediante Quota 100 o con Quota 41 avrebbe “un costo immediato di 15 miliardi e poi un costo a regime di 20 miliardi”, ha affermato l’economista  al convegno su “I dati amministrativi per le analisi socio-economiche e la valutazione delle politiche pubbliche”.

La cifra di 5 miliardi di euro prevista da Lega e M5S, non sarebbe sufficiente a coprire i nuovi interventi , ha osservato Boeri, a meno che non vengano inserite “altre condizioni come ad esempio le finestre che sono state abolite dalla Fornero”, non  vengano considerate nelle quote “anche i contributi figurativi” e “tante altre cose”.

“Credo che nel momento in cui si presentano programmi” di governo “invece di attaccare il dato amministrativo e le valutazione dell’Inps sulla base dei dati di cui dispone si dovrebbe avere l’onestà intellettuale di dire: noi vogliamo fare questo, non è esattamente quota 100 ma vogliamo farlo “con delle condizioni”, ha precisato il presidente dell’Inps. .

Pensioni e spesa pensionistica: l’analisi dell’Osservatorio sui conti pubblici. 

Secondo uno studio sulla spesa pensionistica realizzato dall’Osservatorio sui conti pubblici pubblici dell’Università Cattolica, il livello di spesa pensionistica italiano è decisamente superiore alla media sia europea che dei paesi OCSE, sia al lordo che al netto delle tasse.

Nel dossier viene precisato che le definizioni internazionali sono omogenee e comprendono la spesa strettamente previdenziale più una parte di quella assistenziale. “Questa distinzione tra assistenza e previdenza è peraltro non particolarmente significativa in quanto, in sistemi in cui comunque il livello della pensione è determinato da una formula e non dal reddito da investimento dei contributi, anche le pensioni erogate sulla base di tali formule non dipendono soltanto dai contributi versati”, viene osservato.

Per l’Osservatorio sui conti pubblici:” Ai fini dei confronti internazionali, non è corretto sottrarre al totale della spesa pensionistica quella che i critici considerano spesa assistenziale, perché lo stesso dovrebbe essere fatto per gli altri paesi. Ma se anche lo si facesse (senza sottrarre nulla per gli altri paesi) la spesa italiana rimarrebbe tra le più alte”.

La conclusione alla quale si giunge è che :”La dinamica della spesa pensionistica nei prossimi decenni è comunque dominata dall’invecchiamento della popolazione e quindi non dipende da nessuna tendenza relativa a spese di natura di tipo genericamente assistenziale. Da qui la necessità delle riforme per innalzare l’età effettiva di pensionamento. Qui puoi trovare le ultime news e novità su riforma pensioni.

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