Riforma pensioni, le novità ad oggi 20 luglio 2018

La Corte di Strasburgo ha bocciato il ricorso presentato da 10mila pensionati italiani contro il decreto Poletti del 2015, che riguardava la perequazione delle pensioni per il 2012 e 2013. Per i giudici europei “Non c’è stata alcuna violazione dei diritti”.

La Corte di Straburgo ha respinto il ricorso dei pensionati italiani contro decreto Poletti.

Coloro che hanno presentato il ricorso sostenevano che il provvedimento, introdotto dopo la bocciatura da parte della Corte Costituzionale del ‘Salva-Italia’ del 2011 avesse “prodotto un’ingerenza immediata sulle pensioni per il 2012 e 2013 e permanente per effetto del blocco sulle rivalutazioni successive“.

E la misura non avrebbe “perseguito l’interesse generale”, in quanto “sproporzionata” e avrebbe violato il diritto alla proprietà. Invece, secondo la Corte europea dei diritti dell’uomo, la riforma del meccanismo di perequazione delle pensioni è stata introdotta per tutelare l’interesse collettivo, e in particolar modo, per “proteggere il livello minimo di prestazioni sociali e garantire allo stesso tempo la tenuta del sistema sociale per le generazioni future“, in un momento in cui “la situazione economica italiana era particolarmente difficile“.

I giudici della Corte di Straburgo hanno sottolineato che “ridurre o modificare l’importo delle prestazioni fornite nell’ambito di un regime di sicurezza sociale rientra nel potere legislativo degli Stati“, e poi gli effetti del decreto Poletti non espongono i pensionati “a delle difficoltà di sussistenza incompatibili con quanto prescritto dalla convenzione europea dei diritti umani“.

Nel dispositivo che accompagna la sentenza di inammissibilità del ricorso, viene riportato che “la misura controversa non sembra avere avuto un impatto significativo per gli anni in questione: per il 2012 è nullo per le pensioni inferiori a circa 1.500 euro, sale al 2,7% per le pensioni di oltre 3.000 euro; un risultato simile può essere calcolato sul 2013”.

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