Riforma pensioni 2018: flessibilità in uscita e nuovi scenari per la legge Fornero

Pensioni e sostenibilità del sistema previdenziale. Mentre l’Ocse, il FMI e la Bce continuano a lanciare allarmi sul rischio che la la spesa previdenziale futura diventi insostenibile per l’Italia, la Uil ribadisce che la spesa per pensioni “è ampiamente sostenibile nel breve, medio e lungo periodo”.

“La Commissione Ue, l’FMI, e l’Ocse stiano tranquilli, la nostra spesa per pensioni è dell’11% rispetto al PIL, perfettamente in media con gli altri Paesi europei e addirittura meno della Francia e della Germania”, ha affermato Domenico Proietti, segretario confederale della Uil.

Secondo il leader sindacale:”Bisogna separare contabilmente la spesa previdenziale da quella assistenziale, insediando subito la Commissione all’uopo istituita dall’ultima legge di Bilancio, così da sottrarre ogni alibi a chi vuole continuare a penalizzare i lavoratori e i pensionati del nostro Paese”.

A proposito della riforma delle pensioni 2018, Proietti ha sottolineato:”Esistono le condizioni per continuare a cambiare la legge Fornero come è avvenuto negli ultimi due anni nella direzione di una flessibilità all’accesso alla pensione intorno a 63 anni, affrontando le future pensioni dei giovani ed eliminando tutte le disparità di genere che penalizzano le donne“.

Riforma delle pensioni e sostenibilità del sistema previdenziale: l’analisi di Giuliano Cazzola.

Giuliano Cazzola, economista ed esperto di previdenza, raggiunto da Adnkronos, ha affrontato il tema della sostenibilità della spesa pensionistica ed ha ipotizzato il ritorno all’impianto originario della Legge Fornero, in caso di necessità. Cazzola precisato:”L’attesa di vita si allunga più del previsto mentre le nascite continuano il loro ciclo al ribasso, così la quota degli over 65 arriverà ad oltre un terzo della popolazione. Ciò dovrebbe far comprendere a tutti come sarebbe sbagliato abolire o manomettere l’aggancio automatico dell’età e dell’anzianità all’incremento dell’aspettativa di vita”.

Cazzola ha illustrato la sua ricetta in caso si presentasse un serio problema di sostenibilità dei conti:”Personalmente penso che, se si presentasse la necessità, basterebbe ripristinare la riforma del 2011 al netto delle correzioni dirette o indirette che vi sono state apportate nella trascorsa legislatura, in particolare abolendo le norme sui cosiddetti quarantunisti e la cosiddetta 14esima, evitando accuratamente di aggiungere nuove categorie di lavoro disagiato con le relative deroghe, ripristinando il limite dei 62 anni per andare in quiescenza anticipata senza penalizzazioni economiche”.

Ma la questione che gli preme maggiormente sottolineare è che venga impedito di “portare avanti i progetti di abolizione della riforma Fornero”. Qui puoi trovare le ultime news e novità su riforma pensioni.

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