Sta per terminare l’incertezza sul nuovo governo. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, preso atto dell’impossibilità di formare un governo “sorretto da una maggioranza nata da un accordo politico” tra le varie forze politiche in gioco, ha chiarito che Il governo Gentiloni “ha esaurito la sua funzione e non può ulteriormente essere prorogato in quanto espresso, nel Parlamento precedente, da una maggioranza parlamentare che non c’è più”.
“Quali che siano le decisioni che assumeranno i partiti è, quindi, doveroso dar vita a un nuovo governo. Non si può attendere oltre”, ha sottolineato. Il nuovo governo sarà “di servizio”, neutrale rispetto alle forze politiche. “Laddove si formasse nei prossimi mesi una maggioranza parlamentare, questo governo si dimetterebbe, con immediatezza, per lasciare campo libero a un governo politico“, ha precisato il Presidente.
Non è tramontata, però, l’ipotesi di nuove elezioni. “Laddove, invece, tra i partiti, in Parlamento, non si raggiungesse alcuna intesa, quel governo, neutrale, dovrebbe concludere la sua attività a fine dicembre, approvata la manovra finanziaria per andare subito dopo a nuove elezioni”, ha affermato Mattarella. Per quanto riguarda l’ipotesi di nuove elezioni gestite dal nuovo governo il Presidente ha dichiarato: “Non vi sono i tempi per un voto entro giugno. Sarebbe possibile svolgerle in piena estate, ma, sinora, si è sempre evitato di farlo perché questo renderebbe difficile l’esercizio del voto agli elettori”.
“Si potrebbe, quindi, fissarle per l’inizio di autunno“, ha osservato il Presidente, manifestando la preoccupazione, però, che dopo il voto, non vi sarebbe il tempo per elaborare e approvare la manovra finanziaria e il bilancio dello Stato per il prossimo anno. “Vi è inoltre il timore che, a legge elettorale invariata, in Parlamento si riproduca la stessa condizione attuale, o non dissimile da questa, con tre schieramenti, nessuno dei quali con la necessaria maggioranza”, ha sottolineato.
Riforma delle pensioni 2018: ancora fermo il cantiere previdenza.
Siamo arrivati al mese di maggio ed il cantiere previdenza è ancora fermo, con tutta una serie di questioni legate al mondo delle pensioni rimaste ancora in sospeso. Dopo le elezioni erano stati in molti a gioire nella speranza che le nuove forze politiche, una volta al governo, avrebbero apportato modifiche radicali all’impianto della legge Fornero o ne avrebbero agevolato la cancellazione.
Parliamo di quanti sono stati penalizzati dal brusco innalzamento dell’età pensionabile, come i lavoratori precoci, gli esodati e le donne. Qualunque scenario si possa aprire: nuove elezioni o governo neutrale fino a dicembre, le auspicate riforme in ambito previdenziale sembrano sempre più lontane.
Se la politica è in una fase di stallo sulle pensioni, non si fermano le iniziative dei Comitati. Giovedì mattina Mauro D’Achille, amministratore del gruppo “Lavoro e pensioni: problemi e soluzioni” ed “Elide Alboni“, amministratrice con Luigi Metassi del “Comitato Esodati Licenziati e Cessati”, si recheranno ad un incontro istituzionale.
“Ci incontreremo a Roma con un importante politico ed economista”, ha segnalato D’Achille in un post. “Porteremo alla sua attenzione le proposte già presentate al prof. Marco Leonardi ed Elide le sue circa la nona salvaguardia esodati“, ha sottolineato.”Elide Alboni e Mauro D’Achille, si sono fatti immediatamente carico di rappresentare, in nome e per conto del CODS, anche le nostre istanze”, ha precisato Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione Donna Social. Qui puoi trovare le ultime news e novità su riforma pensioni.