La COVIP ha presentato, il 7 giugno, la propria Relazione annuale in materia di previdenza complementare degli italiani nel 2017. Il numero degli iscritti alla previdenza complementare è in crescita, ma ugualmente in aumento il numero di coloro che non fanno versamenti ai fondi pensione.
Esigua la partecipazione dei giovani al sistema previdenziale complementare: il tasso di partecipazione alla previdenza complementare al di sotto dei 34 anni, pari al 19%, è di oltre un terzo inferiore rispetto alle fasce di età più mature e la contribuzione è meno della metà.
Pensioni e previdenza complementare: le dichiarazioni di Giampaolo Crenca, presidente del Consiglio Nazionale degli Attuari.
Giampaolo Crenca, presidente del Consiglio Nazionale degli Attuari, a margine della relazione annuale di Covip, ha così commentato la situazione:”Nel giorno della Relazione annuale della Covip, che ha messo al centro il tema del welfare, rilanciamo l’obiettivo di un grande progetto di welfare integrato e allargato per il Paese. Siamo pronti a presentare al nuovo Governo le nostre proposte in materia previdenziale.
La pensione complementare è senz’altro una delle priorità del welfare. Soprattutto ora che, pur permanendo problematiche più generali di sostenibilità del sistema previdenziale di base, il focus si è spostato anche sull’adeguatezza di un trattamento pensionistico sempre più basato su quanto accumulato negli schemi a contribuzione definita in cui conteranno moltissimo non soltanto i rendimenti degli investimenti, ma anche la continuità e la durata della vita lavorativa, aspetti che potrebbero evidenziare in prospettiva profili di criticità.
Gli Attuari, i professionisti che esercitano un ruolo di primo piano nel sistema delle attività previdenziali e assicurative, sottolineano anche quanto sia importante saper distinguere bene ciò che è welfare da ciò che è benefit, entrambi obiettivi nobili e da perseguire, però il welfare è comunque prioritario in quanto risponde a bisogni più necessari e rilevanti“.
Previdenza Complementare: la posizione di Sergio Corbello, presidente Assoprevidenza.
Sergio Corbello, presidente Assoprevidenza – l’Associazione per la Previdenza e Assistenza Complementare – a margine della relazione annuale Covip, si è così espresso:” Per garantire pensioni adeguate ai giovani è oramai urgente e imprescindibile sostenere e incrementare la partecipazione dei lavoratori alla previdenza complementare: va dunque modificato subito il meccanismo delle adesioni ai fondi pensione collettivi prevedendo già nel contratto collettivo la partecipazione del dipendente con contributi anche suo carico e con l’utilizzo del TFR, fatta salva la facoltà del singolo di rinunciare.
É sul fronte delle adesioni che il sistema della previdenza complementare presenta tuttora le maggiori criticità: il maggior incremento degli iscritti è dovuto infatti ai fondi aperti e soprattutto ai PIP, i piani assicurativi individuali.
E al Governo appena insediato chiediamo massima attenzione e urgenza di interventi sul fronte del welfare: è necessario rendere obbligatoria anche in Italia la copertura LTC (Long Term Care). Il nostro Paese è il più vecchio in Europa e con forti incertezze non solo previdenziali, ma anche assistenziali: la copertura LTC garantisce una rendita o servizi di assistenza a vita in caso di perdita dell’autosufficienza”.
Pensione anticipata: Ape, quota 100, esodati, Adv, modifiche legge Fornero.
Sulle modifiche alla Legge Fornero e sull’introduzione di Quota 100, invece, è nuovamente intervenuto Cesare Damiano, esponente del Pd, che si è così: “La promessa di Salvini di smontare la legge Fornero e tornare a Quota 100 è una affermazione come al solito efficace sul piano della comunicazione, ma priva di contenuto”.
“Il Governo ha il dovere di dirci qual è la proposta concreta. Se è quella che è circolata, di partire da 64 anni di età che andrebbero sommati a 36 anni di contributi, si risolverebbe ben poco. Si peggiorerebbe addirittura la situazione di chi, con l’Ape sociale, può già andare in pensione a 63 anni con 36 di contributi se appartiene alle 15 categorie di lavori gravosi.
Le nostre richieste sono precise: partire, nella Quota, dai 63 anni di età, rendere strutturale l’APE sociale che scade alla fine di quest’anno e varare la nona e ultima salvaguardia per gli esodati.
Infine, non va abbandonato il discorso dell’aggancio dell’età della pensione all’aspettativa di vita: i Governi del Pd sono intervenuti per cambiare un meccanismo infernale inventato dal Governo Berlusconi: bisogna proseguire per rallentarlo o cancellarlo, se non vogliamo andare in pensione a 70 anni. Che ne dice il Governo?”.
Le proposte del nuovo sulle pensioni nella disamina di Davide Baruffi (Pd).
Anche Davide Baruffi, esponente del PD, sulla sua pagina Facebook ha così commentato le proposte del nuovo governo sul fronte delle pensioni:«In campagna elettorale siamo partiti da “cancelleremo la Fornero” per poi passare a un più laico “supereremo la Fornero“. Infine siamo approdati a “quota 100″ o 41 anni di contributi versati. Ottimo, comunque un bel passo avanti, personalmente sottoscrivo.
Poi però, nell’ultima settimana, una novità al giorno: 1) l’ape sociale non sarà confermata (alla faccia di chi ha perso il lavoro, di chi assiste un disabile, di chi svolge un lavoro più gravoso); l’età minima per accedere sarà comunque 64 anni (ma che quota 100 è allora??); la contribuzione figurativa non conta (perché chi ha fatto la leva, le donne che hanno fatto figli, i cassintegrati, ecc. sono tutti privelegiati); il calcolo della pensione sarà contributivo (così si risparmia, dice chi aveva gridato allo scandalo per l’ape volontaria).
Sono progressivamente scomparsi dal radar gli esodati, le donne, i giovani, l’aspettativa di vita, ecc. Per fortuna oggi è giovedì e non manca troppo alla fine della settimana, altrimenti arrivati a domenica ne vorrano indietro. Solo una domanda: queste cose non potevate dirle in campagna elettorale?”, conlcude Baruffi. Qui puoi trovare le ultime news e novità su riforma pensioni.