Riforma pensioni, per chi esce dal lavoro con quota 100 è vietato il cumulo dei contributi

La nuova misura previdenziale per il superamento della Legge Fornero, la cosidetta quota 100, che consente di lasciare il lavoro a 62 anni di età e 38 anni di contributi potrebbe contenere il divieto di cumulo tra pensione e redditi da lavoro e divieto del cumulo gratuito dei contributi. Secondo quando riportato su il Sole 24 ore, l’esecutivo sta lavorando a questa ipotesi per contenere i costi della misura in manovra per il primo anno.

Riforma pensioni, divieto di lavoro e niente cumulo gratuito dei contributi per chi lascia a 62 anni con quota 100.

Nella nota di aggiornamento al Def viene riportato che il Governo «ritiene altresì necessario intervenire sul sistema pensionistico così come delineato dall’ultima riforma, che limita il fisiologico turnover nelle risorse umane impiegate, anche allo scopo di rinnovare le competenze necessarie all’innovazione. Si introdurranno pertanto nuove modalità di accesso al pensionamento anticipato».

Non è ancora chiaro al momento se il divieto sarà totale o prevederà un meccanismo di penalizzazione. Per chi esce dal mondo del lavoro con la quota 100 a 62 anni di età e 38 di contributi, potrebbe essere completamente vietato intraprendere attività autonome o a anche da dipendente per arrotondare la pensione. Dunque, la somma tra età e contributi deve essere 100 ma l’età non può essere inferiore a 62 anni e gli anni di contributi non potranno essere meno di 38. Ad esempio, un lavoratore che ha 60 anni e 40 anni di contributi dovrà aspettare i 62 anni per andare in pensione. Anche un lavoratore che ha 64 anni e 36 anni di contributi dovrà aspettare i 66 anni e aver raggiunto 38 anni di contributi.

Fra i vincoli allo studio anche quello di limitare a due gli anni di contribuzione figurativa. Sempre per comprimere i costi si analizza anche un meccanismo di penalizzazione dei trattamenti dell’1,5% per ogni anno di anticipo fino a un massimo di 5 anni.

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