Le ultime notizie sulla riforma delle pensioni riguardano l’introduzione di Quota 100. L’entrata in vigore della nuova misura per le pensioni anticipate sembra certa, ascoltando le dichiarazioni degli esponenti di Governo. Del meccanismo con il quale funzionerà Quota 100 non sono noti i particolari, ciò che è chiaro è che Quota 100 consentirà l’accesso alla pensione a partire dai 62 anni d’età se in possesso di 38 anni di contributi versati. Da tempo circolano diverse ipotesi su come dovrebbe funzionare, di fatto, la misura, ma di sicuro non sarà in grado di rispondere alle esigenze di tutti i pensionandi.
Riforma delle pensioni: Quota 100 ed il pubblico impiego.
Antonio Foccillo,segretario confederale Uil, ritiene che Quota 100 possa creare una disparità di trattamento nel pubblico impiego. “Dapprima perché si è precisato che per il pubblico ci sarà una normativa ad hoc, ma poi arriviamo al paradosso quando leggiamo che, tra le ipotesi, si valuta la possibilità di riconoscere fin da subito il Tfs (o Tfr) per chi opta per la quota 100”, ha osservato.
Il paradosso nascerebbe perchè “in primo luogo, non si fa che creare una disparità di trattamento anche tra gli stessi dipendenti pubblici che, di norma, si vedono riconosciuto il proprio diritto al trattamento addirittura fino a due anni dopo. Senonché pare che questa ipotesi non sia ben accetta, in quanto, secondo gli estensori del provvedimento, costituirebbe un incentivo all´uscita che la P.A. non riuscirebbe a fronteggiare con pari ingressi, col rischio di far trovare diversi enti nell´impossibilità di garantire i servizi perché sotto organico. Pertanto, in risposta a questa preoccupazione, si vuole prevedere una finestra più lunga nella P.A., pari a sei mesi prima della decorrenza della pensione, per garantire la continuità dei servizi.
Pensioni con Quota 100: le disparità segnalate dalla Uil.
Per il segretario confederale Uil, in questo modo, “alle disparità di trattamento, che già hanno tanto contenzioso, si risponde con altrettante disparità e all’invecchiamento della popolazione lavorativa della P.A. sembra volersi controbattere disincentivando l’uscita”. “In questo quadro, non leggiamo alcuna soluzione ai perduranti problemi dell´età media dei lavoratori pubblici e, soprattutto, alla disparità di trattamento che questi, pur essendo cittadini per lo più a servizio della Nazione, subiscono rispetto ai privati”, ha puntualizzato Focillo”