La riforma delle pensioni deve andare avanti secondo Domenico Proietti, segretario confederale della Uil. “Il governo con la prossima legge di bilancio deve assolutamente continuare a cambiare la legge Fornero”, ha dichiarato. Il leader della Uil ritiene che l’esecutivo debba “andare in Europa presentando i conti per le pensioni distinti dalla spesa assistenziale e dimostrando che l’Italia spende in percentuale sul PIL un punto in meno della Francia e mezzo punto in meno della Germania”.
“Una corretta rappresentazione della nostra spesa previdenziale ci consentirebbe di spiegare all’Europa che possiamo fare quelle misure necessarie per dare equità al sistema introducendo una piena flessibilità di accesso per tutti i lavoratori intorno ai 62 anni e parallelamente sancendo che 41 anni di contribuzione sono sufficienti per andare in pensione a prescindere dall´età”, ha chiarito Proietti.
La riforma delle pensioni non può dimenticare le donne ed i giovani.
Proietti ritiene che le riforme in tema di pensioni non si debbano dimenticare le donne ed i giovani. “Bisogna superare tutte le disparità che penalizzano le donne, con una valorizzazione del lavoro di cura e della maternità e prorogare Opzione donna“, ha precisato. Ed inoltre:”Deve tornare centrale il tema delle future pensioni dei giovani, predisponendo un meccanismo che vada a colmare i vuoti contributivi determinati dal lavoro precario”.
Il segretario generale delle Uil, Carmelo Barbagallo, ha chiarito la posizione del sindacato sulle pensioni con Quota 100. “Non siamo contrari”, ha dichiarato, ma “non serve alle categorie più deboli, ai precari, alle donne e ai lavoratori del Mezzogiorno, che difficilmente riescono a raggiungere quel requisito”.
Pensioni 2019: rimane ancora da chiudere la questione degli esodati.
Se per il Governo il superamento della legge Fornero parte dall’introduzione di Quota 100, per Elide Alboni, amministratrice del Comitato “Esodati, Licenziati e Cessati”, voltare pagina significa farsi carico dei 6.000 esodati rimasti esclusi dalle otto salvaguardie pensionistiche varate nel corso degli anni.
“Non ci stanchiamo suggerire al governo, anche in eco alle parole del Presidente del Consiglio Conte, nella sua relazione alla Camera dei Deputati, che, per dare un preciso immediato [[a poco impegno economico ]] segnale di “CONTRASTO ALL’IMPOVERIMENTO” hanno # 6000 persone che sono tenute in un assurdo limbo da #setteAnni, persone che hanno un diritto quesito costituzionale, che hanno i risparmi della precedente salvaguardia, persone, le quali, lo stesso Juncker ritiene indispensabile, da oltre un anno, siano immediatamente tratte in salvo da quell’ #impoverimento forzato in cui la manovra Fornero li cacciò all’approvazione della sua legge del dicembre 2011″, ha affermato in un post.
“Ricordiamo a questo esecutivo che a giugno dello scorso anno ero personalmente presente al parlamento europeo in un incontro informale e ci dissero come fossero ben informati degli esodati lasciati iniquamente esclusi dalle deroghe e come si augurassero l’Italia volesse provvedere chiudendo con giustizia ed equità quella #pagina#vergognosa che, sola, loro attribuiscono alla Fornero davvero ingiustificata”, ha puntualizzato l’amministratrice Comitato “Esodati, Licenziati e Cessati”.
Alboni ha incalzato: “Politiche di impoverimento= concludere con strategia politica al consenso la più vergognosa eredità da Fornero: gli ESODATI antefornero. Avete tutto, numeri 6000. Risorse, solo 340mln rimasti da precedente salvaguardia! Cosa Serve? Vostra volontà politica! Forza!”. La soluzione che porrebbe fine all’annosa questione degli esodati resta il varo della nona e definitiva, salvaguardia. Per quanto riguarda le risorse necessarie, Alboni ha chiarito: “I numeri dei coinvolti non hanno bisogno di ulteriori ricerche ad Inps avendo già ben due interrogazioni che li certificano ( Puppato nel 2017, e Rizzetto a fine 2016). Le risorse sono precise ed irrisorie anche se volessero delegittimare l’evidenza delle risorse rimaste dall’VIII).