Quota 100, la nuova misura per le pensioni anticipate ideata dal Governo giallo-verde, riserverà una sorpresa che la renderà poco attraente per i dipendenti pubblici. Secondo quanto riportato da “Il Messaggero”, un dipendente pubblico che volesse andare in pensione con Quota 100 riceverebbe la liquidazione soltanto al compimento dei 67 anni previsti per la pensione di vecchiaia o di 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva. “Il congelamento del Tfr fino a 8 anni ai lavoratori pubblici che aderiscono a Quota 100 è solo l’ultimo capitolo delle beffe della coppia Salvini – Di Maio. Non si rendono conto che dietro queste scelte ci sono le vite di migliaia di persone, per loro conta solo la diretta social”, ha commentato Maurizio Martina, ex segretario reggente del Pd.
Quota 100, il Reddito di cittadinanza e le pensioni di cittadinanza verranno introdotte mediante un decreto legge che dovrebbe essere approvato nel Consiglio dei Ministri fissato per il 14 gennaio. Nel decreto sarà incluso in via retroattiva il provvedimento per il blocco dell’adeguamento all’aspettativa di vita per il pensionamento con l’anzianità contributiva, che resterà 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Analogo discorso per le misure di Opzione donna e dell’Ape sociale, che verranno reintrodotte, essendo entrambe scadute il 31 dicembre 2018.
Le parti sociali chiedono un confronto sul decreto
“Il Governo farebbe bene a convocare i Sindacati per contribuire alla definizione del decreto Legge in materia previdenziale, dando seguito all’impegno annunciato dal Presidente Conte”, ha affermato Domenico Proietti, segretario confederale della Uil. “Quota 100 è un passo importante verso la reintroduzione di una flessibilità di accesso alla pensione. Contemporaneamente occorre garantire che 41 anni di contribuzione sono sufficienti per uscire dal mondo del lavoro”, ha aggiunto.
“È doveroso valorizzare, ai fini contributivi, il lavoro di cura delle donne e la maternità, poi, è necessario prevedere meccanismi in grado di tutelare le future pensioni dei giovani.Il decreto Legge deve contenere la proroga dell´Ape sociale e opzione donna e completare la salvaguardia degli esodati. Sono questi i temi importanti sui quali il Governo deve confrontarsi con i Sindacati, per rispondere alle esigenze dei lavoratori”, ha precisato Proietti.
Il punto di Mauro D’Achille
Il decreto tanto annunciato dal Governo sta facendo nascere molte aspettative. Per Mauro D’Achille, amministratore del Gruppo Lavoro e pensioni: Problemi e soluzioni”, ci sarà motivo di essere arrabbiati “se quel decreto non sarà adeguato a quanto promesso, se non conterrà una misura urgente per gli esodati e i disoccupati, se lascerà in second’ordine le donne e gli invalidi. Se spenderà quasi quattro miliardi senza effettuare delle scelte mirate alla tutela di quanti siano in maggiore difficoltà. Se non ci mostrerà la sua scala delle priorità. Se preferirà mandare in pensione chi un lavoro lo ha piuttosto che chi non lo ha più”.
“Questo sarebbe giusto attendersi da un Governo equo, che guardi agli ultimi con occhio benevolo e non dia il sospetto che intenda premiare un bacino elettorale ben definito!”, ha puntualizzato.
I dubbi di Damiano sulle pensioni di cittadinanza
Il dirigente del Partito democratico Cesare Damiano continua a manifestare perplessità sulle risorse stanziate per la riforma delle pensioni 2019. “Se Di Maio promette, tra febbraio e marzo, la pensione di cittadinanza a 780 euro, deve anche spiegarci dove trova gli oltre 12 miliardi necessari per fare questa operazione”, ha dichiarato Damiano.
“Il conto è presto fatto: fino a 500 euro al mese ci sono più di 2 milioni di pensionati che hanno un assegno medio di 3.400 euro all’anno. Bisogna portarli a 9.360 euro (780×12). Aggiungere circa 6.000 euro all’anno a più di 2 milioni di persone costa 12 miliardi. Di Maio ci spieghi dove c’è lo stanziamento nella legge di Bilancio. Non ce lo può dire perché non c’è: inoltre, bisognerebbe aggiungere le risorse per il Reddito di cittadinanza”, ha precisato l’esponente dem. “Soltanto con un imbroglio contabile si può fare ciò che il Governo promette. Sono sicuro che la Ragioneria dello Stato non sarà complice di una truffa di Bilancio”, ha concluso