Venerdì 14 giugno sarà il giorno dello sciopero generale dei metalmeccanici, proclamato unitariamente da Fiom, Fim e Uilm: le tute blu si fermano per otto ore con tre grandi manifestazioni nel Paese, al Nord, Centro e Sud. La decisione emersa al termine degli esecutivi unitari svoltiieri, 2 maggio, a Roma. Le manifestazioni si terranno a Milano con il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli, a Firenze con il leader della Uilm Rocco Palombella ed a Napoli con il segretario generale della Fiom, Francesca Re David.
I sindacati tornano in piazza insieme per il lavoro e lo sviluppo, per il rilancio del settore metalmeccanico di fronte a un governo che riceve una netta bocciatura. Da domani iniziano le assemblee nei luoghi di lavoro per illustrare la protesta. “Nel settore metalmeccanico si sono persi quasi 300mila posti e 20-25% della capacità produttiva installata. Lo sciopero generale del #14 giugno è per chiedere investimenti pubblici e privati e sostegno all’occupazione! Dobbiamo restituire dignità ai metalmeccanici e al lavoro”, si legge in un tweet della Fiom-Cgil.
Gli obiettivi della mobilitazione
“Con la nostra mobilitazione vogliamo affermare la centralità del lavoro e la necessità di una vera politica industriale“, ha dichiarato Francesca Re David, in conferenza stampa. “In questi anni abbiamo assistito a un impoverimento dei lavoratori e allo stesso tempo ad un attacco ai diritti”, ha ricordato, a cui si è aggiunta “la mancanza di politiche e investimenti pubblici, che sono volano di quelli privati, di cui non c’è traccia”. Re David ha criticato anche “la corresponsabilità delle aziende che non investono”, ricordando che “il ruolo del governo delle imprese è fondamentale”. Il tema dell’iniziativa quindi “è la centralità del lavoro in questo Paese”: l’intesa per la mobilitazione unitaria tra i sindacati di categoria è stata raggiunta proprio “sui contenuti dello sciopero”.
“Abbiamo discusso a lungo e deciso che era necessario in questo momento far sentire la protesta dei metalmeccanici tutti insieme, dinanzi alle esigenze di un Paese fermo”, ha precisato Per Rocco Palombella. Sulla stessa linea Marco Bentivogli: “Dopo più di un anno dall’insediamento del governo il nostro giudizio è assolutamente negativo, tutte le misure – dalla legge di bilancio ai decreti dignità e crescita – stanno mortificando l’Italia del lavoro”.
Non solo Reddito di cittadinanza
Per Fiom, Fim e Uilm “le politiche pubbliche devono concentrarsi su ciò che crea lavoro, sull’occupazione, sulla qualità e la dignità del lavoro. In questo contesto misure come il Reddito di cittadinanza non possono essere sostitutive di questo impegno, e soprattutto non possono essere il solo strumento di lotta alla povertà”.