Riforma pensioni: Quota 100, Opzione donna, nona salvaguardia

Dopo tanta attesa finalmente si è potuta esaminare la bozza del decreto legge contenente il “pacchetto pensioni”. Il testo, diffuso da “Il Sole 24 ore”, verrà esaminato in pre-consiglio martedì 8 gennaio, per poi giungere nella prossima seduta del Consiglio dei Ministri. La bozza del decreto non contiene grandi sorprese: verranno introdotte Quota 100, il Reddito di cittadinanza e le pensioni di cittadinanza.

È stata stabilita la proroga di Opzione donna e dell’Ape sociale ed è stata disposta l’abrogazione dell’incremento dell’età pensionabile per effetto dell’aumento della speranza di vita per i lavoratori precoci. È stata stabilita, inoltre, la riduzione dell’anzianità contributiva per l’accesso alla pensione anticipata indipendente dall’età anagrafica, con una decorrenza di finestre trimestrali.

La proroga di Opzione donna

Nel testo della bozza del decreto, a proposito di Opzione donna, si legge: “Il diritto al trattamento pensionistico anticipato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo previste dal decreto legislativo 30 aprile 1997, n.180 è riconosciuto nei confronti delle lavoratrici dipendenti nate entro il 31 dicembre 1959 e delle lavoratrici autonome nate entro il 31 dicembre 1958 le quali abbiano un’anzianità contributiva pari o superiore ai trentacinque anni”.

Al trattamento pensionistico in oggetto si applicano le disposizioni in materia di decorrenza di cui all’articolo 12 del decreto legge 31 maggio 2010, n.78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n.122. La cosa che risulta evidente è la mancanza di dettagli circa i termini per la maturazione dei requisiti contributivi.

“Dopo aver ricevuto e letto con attenzione l’art. 16 della bozza del DL che contiene il pacchetto pensioni ed essermi confrontata con qualche stimabile amico, questa al momento la miglior “traduzione/interpretazione” che possiamo proporre, in attesa di leggere il DL definitivo che il Governo, dopo la delibera del CdM e la firma del Presidente nonché la pubblicazione in GU, approderà in parlamento che dovrà, entro 60 giorni, licenziarlo e renderlo così legge dello Stato. La considerazione che nasce immediata, è che stanno chiamando Opzione Donna, una misura che la legge originale la ricalca solo parzialmente.
In sintesi al momento pare che: andranno in pensione con la misura dell’Opzione Donna (?!?) le lavoratrici nate entro il 31.12.1958/1959 che maturano 35 anni anni da qui all’eternità e, da quel momento, la finestra si chiude per riaprirsi 18/12 mesi con l’erogazione di un assegno pensionistico mensile calcolato con il metodo contributivo puro”, ha precisato Orietta Armiiato, amministratrice del Comitato Opzione Donna Social.

Presidio degli esodati per nona salvaguardia 

Il 10 gennaio 2019, a partire dalle ore 10, si terrà un presidio degli esodati non salvaguardati a Roma, davanti al Ministero dello Sviluppo Economico. Le ragioni della mobilitazione sono state illustrate in un comunicato ufficiale: “I 6.000 Esodati non salvaguardati scendono in piazza ancora una volta per rivendicare il loro diritto alla pensione loro derubato dalla manovra Monti-Fornero. Ebbene SI!!! Ci sono ancora 6.000 Esodati rimasti, con le loro famiglie, senza reddito e senza pensione, il diritto alla quale è stato loro defraudato il 6.12.2011 dall’infame manovra sulle pensioni del governo Monti-Fornero.

6.000 famiglie italiane che rischiano di restare in una condizione di indigenza se questo Governo non adotterà con urgenza il provvedimento di NONA SALVAGUARDIA più volte promesso in campagna elettorale da questa maggioranza e negli incontri che si sono susseguiti con i loro esponenti negli ultimi sei mesi , iniziato a maggio con il Presidente della Camera Fico attraverso segretari sottosegretari tecnici deputati senatori fino al 18 ottobre il vicepremier Di Maio.

Non sono bastate le assicurazioni del Ministro del Lavoro Luigi Di Maio (e del suo Sottosegretario Claudio Durigon) negli incontri del 31 luglio, del 18 ottobre; non è bastato l’ “impegno del Governo” per la Nona Salvaguardia previsto: nella Risoluzione congiunta 8-00004 votata all’unanimità dalla Commissione Lavoro della Camera lo scorso 30/10/18 e approvata anche dal Sottosegretario On. Durigon presente in seduta,
nell’Ordine del Giorno G/981 sez I/3/11 al DDL n. 981 della Commissione Lavoro del Senato accolto dal Governo lo scorso 14/12/18 e nell’Ordine del Giorno 9/1334-B/78 accolto dalla Camera dei Deputati come Raccomandazione lo scorso 30/12/18.

Nonostante questi precisi impegni il Governo, a tutt’oggi, non ha dato ancora chiare e definitive risposte alla soluzione del nostro vero e proprio dramma!! Riteniamo che il Governo non abbia più alcun alibi per chiudere sollecitamente la vergognosa pagina degli “esodati” restituendo ai 6.000 esclusi il loro legittimo diritto alla pensione e con esso il futuro delle loro famiglie.

Per rivendicare il Nono provvedimento di Salvaguardia i 6.000 Esodati esclusi, e tutti gli altri già salvaguardati, il 10 Gennaio dalle ore 10 presidieranno il Ministero dello Sviluppo Economico fino a quando non verranno ricevuti dal Ministro Di Maio dal quale pretendiamo non più impegni, ma fatti immediati e concreti quali l’inserimento della Nona Salvaguardia per tutti i 6.000 esclusi o nel redigendo “Decreto Milleproroghe” o nel redigendo decreto sulla previdenza previsto dalla Legge di Bilancio 2019.

Continueremo la nostra mobilitazione, in tutte le forme, fino a quando il Governo non approverà la Nona salvaguardia (non siamo interessati ad alcun altro provvedimento diverso dalla vecchia Ottava Salvaguardia rettificata nei termini per riaprirli a sostegno degli esclusi) per tutti 6.000 esodati non salvaguardati ai quali deve essere restituito il diritto alla pensione e con esso il diritto al loro futuro ed a quello delle loro famiglie!”.

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