Reddito di cittadinanza e Quota 100: le ultime dichiarazioni del presidente dell’Inps

Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico è tornato a parlare di Reddito di cittadinanza e Quota 100 in un’intervista rilasciata a “Il Fatto Quotidiano”. “Le domande di reddito di cittadinanza sono 950.000 in meno di due mesi. Per il Rei, nel primo mese erano solo 80.000. C’è un tasso di rifiuto del 25%, ma avranno il reddito circa 750.000 famiglie. E le domande cresceranno ancora. Ricevo mail di persone che per la prima volta si sentono aiutate dallo Stato. Mi ha scritto un ragazzo pieno di entusiasmo: prendeva un Rei da 106 euro, oggi un reddito di cittadinanza da 411. Ridare speranza è già una politica attiva del lavoro”, ha affermato Tridico a proposito delle istanze per il Reddito di cittadinanza.

All’obiezione del giornalista sugli importi bassi che vengono erogati, in alcuni casi addirittura si parla di 40 euro, il presidente dell’Ente ha dichiarato:”Era il massimo con la vecchia carta acquisti introdotta da Tremonti. Ora è il minimo. È un passo avanti. Se qualcuno, sulla base dei criteri, ha diritto a pochi euro di integrazione, l’Inps ne paga comunque almeno 40. Lo stabilisce la legge. Qualche migliaio di persone – il 5% – è in questa situazione, ma non sono i poverissimi.

Reddito di base

Per Tridico i 40 euro sarebbero una sorta di  reddito di base. “Per il futuro sarebbero utili dei minimi differenziati per categoria. Per esempio un basic income per giovani in percorsi di studio sulle arti e la cultura che offrono carriere incerte. Un Paese fondato sulla cultura ha bisogno di quelle professionalità: mi risulta ci sia in progetto di dare 400 euro al mese per due anni ai giovani che finiscono studi di laurea o di diploma in architettura, di arti performative o comunque legati al patrimonio artistico e culturale”, ha precisato.

Il futuro di Quota 100

A proposito della riforma delle pensioni giallo-verde, Tridico ha osservato che le istanze presentate nel primo quadrimestre sono 123.000 ed ha precisato che si tratta di un risultato “in linea con le attese”. “La misura è sperimentale per tre anni”, ha ribadito.

Quanto al futuro di Quota 100, il presidente dell’Inps ha precisato: “Al termine del triennio si vedrà se le esigenze che l’hanno determinata saranno cambiate e se andranno studiate altre forme di flessibilità, per esempio Quota 41”.

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