Decreto Crescita: novità per il mutuo per la prima casa

Il Movimento Cinque Stelle sul Blog delle Stelle ha diffuso le ultime novità relative al mutuo per la prima casa.”Ci sono migliaia di giovani coppie che vorrebbero pianificare il loro futuro, metter su famiglia, avere un figlio. E poi vorrebbero comprare una casa, ma per farlo hanno bisogno di garanzie per poter guardare avanti e costruire la propria vita. Con il Decreto Crescita siamo intervenuti per creare in Italia questa normalità”, si legge nel post.

“Abbiamo rifinanziato il Fondo di garanzia per la prima casa, con un importo di 100 milioni. Il fondo mutui prima casa dà garanzia statale, nella misura del 50%, ai mutui erogati per l’acquisto o la ristrutturazione ai fini dell’accrescimento dell’efficienza energetica di abitazioni principali e che rispettano particolari caratteristiche. La garanzia statale rende più facile l’accesso al mutuo”.

Richiesta di finanziamento

Per la richiesta dei finanziamenti occorre recarsi presso le filiali delle banche aderenti all’iniziativa che hanno sottoscritto apposita convenzione e presentare il modulo di richiesta per l’accesso al Fondo. Ad oggi le banche aderenti sono 147. L’elenco aggiornato lo si trova sul sito di Consap. Secondo i dati, nel 2018 sono stati 100.000 i mutui garantiti e per il 58% erogati a under 35. Grazie ai 100 milioni di euro stanziati con il Decreto Crescita ora il Fondo torna a funzionare.

L’immobile per il quale si richiede il finanziamento

L’immobile per il quale si chiede il finanziamento deve essere adibito ad abitazione principale, non deve rientrare nelle categorie catastali A1 (abitazioni signorili), A8 (ville) e A9 (castelli, palazzi) e non deve avere le caratteristiche di lusso indicate dalla legge.

L’ammontare del finanziamento non deve essere superiore a 250.000 euro. In presenza di domande pervenute nella stessa giornata è assegnata priorità ai mutui erogati a favore delle giovani coppie coniugate con o senza figli, ai nuclei familiari monogenitoriali con figli minori conviventi, a chi abita le case popolari nonché ai giovani di età inferiore a 35 anni, titolari di un rapporto di lavoro atipico.

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