Papa Francesco, l’Angelus di oggi domenica 18 marzo 2018; il significato della morte e resurrezione…

Papa Francesco, l’appuntamento di oggi con l’Angelus di oggi domenica 18 marzo 2018 su Rai 1. Ieri il Pontefice è stato a Pietrelcina e San Giovanni Rotondo. Francesco si è rivolto ai fedeli durante la sua visita a Pietrelcina, ed ha ricordato la figura del frate cappuccino: “Cari fratelli e sorelle di Pietrelcina e della diocesi di Benevento, voi annoverate san Pio tra le figure più belle e luminose del vostro popolo”.  Ha detto nel suo discorso nel piazzale antistante l’Aula Liturgica di Piana Romana: “Questo umile frate cappuccino ha stupito il mondo con la sua vita tutta dedita alla preghiera e all’ascolto paziente dei fratelli, sulle cui sofferenze riversava come balsamo la carità di Cristo”.

“Imitando il suo eroico esempio e le sue virtù, possiate diventare voi pure strumenti dell’amore di Gesù verso i più deboli – ha aggiunto il Pontefice -. Al tempo stesso, considerando la sua incondizionata fedeltà alla Chiesa, darete testimonianza di comunione, perché solo la comunione, cioè essere sempre uniti in pace tra noi, la comunione tra noi, edifica e costruisce”.

Oggi Papa Francesco celebrerà l’Angelus in Piazza San Pietro, trasmesso in diretta su Rai 1 alle 12 attraverso il collegamento con A sua immagine. Sono molti i messaggi, le idee, le novità di 5 anni di pontificato di papa Francesco, ma con lui la consapevolezza della misericordia di Dio e del sacramento della penitenza sono tornati a essere di attualità. Ma qual è la situazione? La confessione è ancora centrale per la vita dei cattolici? Chi va dal confessore, oggi, e perché? Che cosa si cerca? Molto di più di quanto si possa sospettare, anche fra i giovani, la confessione è ancora di moda.

A sua immagine, i temi della puntata di oggi domenica 18 marzo 2018.

Lorena Bianchetti ne parlerà domenica su Rai1 alle 10.30 con don Gino Rigoldi, cappellano dell’Istituto penale per minorenni “Beccaria” di Milano, Stefania Falasca, vaticanista di “Avvenire” e Giuseppe Lorizio, teologo. Nelle storie di Mario Muratori, responsabile di una casa famiglia e Anna Fiscale, presidente di una cooperativa sociale, si vedrà come il punto di svolta del cambiamento della loro vita è avvenuto attraverso la confessione. Si ricorderanno le figure di due grandi confessori: San Pio e San Leopoldo.

Il collegamento in diretta su Rai 1 con la Santa Messa e l’Angelus di Papa Francesco di oggi domenica 18 marzo 2018.

Alle 10.55 la linea passerà alla Santa Messa, come sempre in onda in diretta su Rai1. La celebrazione eucaristica di questa settimana verrà trasmessa dalla Basilica San Filippo d’Agira in ACI SAN FILIPPO (CT), la regia della ripresa televisiva sarà di Simone Chiappetta, mentre il commento sarà di Elena Bolasco.
Alle 12.00 viene trasmesso, come ogni domenica, il consueto Angelus recitato da Papa Francesco in piazza San Pietro.

Nell’Angelus di oggi domenica 18 marzo 2018 il Pontefice ci spiega il Vangelo della V Domenica di Quaresima: “Il Vangelo di oggi racconta un episodio avvenuto negli ultimi giorni della vita di Gesù. La scena si svolge a Gerusalemme, dove Egli si trova per la festa della Pasqua ebraica. Per questa celebrazione rituale sono arrivati anche alcuni greci; si tratta di uomini animati da sentimenti religiosi, attirati dalla fede del popolo ebraico e che, avendo sentito parlare di questo grande profeta, si avvicinano a Filippo, uno dei dodici apostoli, e gli dicono: «Vogliamo vedere Gesù». Giovanni pone in risalto questa frase, centrata sul verbo vedere, che nel vocabolario dell’evangelista significa andare oltre le apparenze per cogliere il mistero di una persona. Il verbo che utilizza Giovanni, “vedere”, è arrivare fino al cuore, arrivare con la vista, con la comprensione fino all’intimo della persona, dentro la persona.

La reazione di Gesù è sorprendente. Egli non risponde con un “sì” o con un “no”, ma dice: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato». Queste parole, che sembrano a prima vista ignorare la domanda di quei greci, in realtà danno la vera risposta, perché chi vuole conoscere Gesù deve guardare dentro alla croce, dove si rivela la sua gloria. Guardare dentro alla croce. Il Vangelo di oggi ci invita a volgere il nostro sguardo al crocifisso, che non è un oggetto ornamentale o un accessorio di abbigliamento – a volte abusato! – ma è un segno religioso da contemplare e comprendere. Nell’immagine di Gesù crocifisso si svela il mistero della morte del Figlio come supremo atto di amore, fonte di vita e di salvezza per l’umanità di tutti i tempi. Nelle sue piaghe siamo stati guariti.

Posso pensare: “Come guardo io il crocifisso? Come un’opera d’arte, per vedere se è bello o non bello? O guardo dentro, entro nelle piaghe di Gesù fino al suo cuore? Guardo il mistero del Dio annientato fino alla morte, come uno schiavo, come un criminale?”. Non dimenticatevi di questo: guardare il crocifisso, ma guardarlo dentro. C’è questa bella devozione di pregare un Padre Nostro per ognuna delle cinque piaghe: quando preghiamo quel Padre Nostro, cerchiamo di entrare attraverso le piaghe di Gesù dentro, dentro, proprio al suo cuore. E lì impareremo la grande saggezza del mistero di Cristo, la grande saggezza della croce.

L’Angelus di oggi domenica 18 marzo 2018: Gesù spiega il significato della morte e resurrezione.

E per spiegare il significato della sua morte e risurrezione, Gesù si serve di un’immagine e dice: «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto». Vuole far capire che la sua vicenda estrema – cioè la croce, morte e risurrezione – è un atto di fecondità – le sue piaghe ci hanno guariti – una fecondità che darà frutto per molti. Così paragona sé stesso al chicco di grano che marcendo nella terra genera nuova vita. Con l’Incarnazione Gesù è venuto sulla terra; ma questo non basta: Egli deve anche morire, per riscattare gli uomini dalla schiavitù del peccato e donare loro una nuova vita riconciliata nell’amore. Ho detto “per riscattare gli uomini”: ma, per riscattare me, te, tutti noi, ognuno di noi, Lui ha pagato quel prezzo. Questo è il mistero di Cristo. Va’ verso le sue piaghe, entra, contempla; vedi Gesù, ma da dentro.

E questo dinamismo del chicco di grano, compiutosi in Gesù, deve realizzarsi anche in noi suoi discepoli: siamo chiamati a fare nostra questa legge pasquale del perdere la vita per riceverla nuova ed eterna. E che cosa significa perdere la vita? Cioè, che cosa significa essere il chicco di grano? Significa pensare di meno a sé stessi, agli interessi personali, e saper “vedere” e andare incontro ai bisogni del nostro prossimo, specialmente degli ultimi. Compiere con gioia opere di carità verso quanti soffrono nel corpo e nello spirito è il modo più autentico di vivere il Vangelo, è il fondamento necessario perché le nostre comunità crescano nella fraternità e nell’accoglienza reciproca. Voglio vedere Gesù, ma vederlo da dentro. Entra nelle sue piaghe e contempla quell’amore del suo cuore per te, per te, per te, per me, per tutti”.

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