Papa Francesco, l’Angelus: “La sapienza del cuore sta nel saper coniugare la contemplazione e l’azione”

Papa Francesco, come di consueto la domenica, ha celebrato oggi in Piazza San Pietro l’Angelus. Scopriamo insieme le parole del Pontefice. Nel brano di oggi dell’evangelista Luca narra la visita di Gesù a casa di Marta e di Maria. La donna lascia quello che era intenta a fare e si siede accanto a Gesù affermando: “Quando Lui viene a visitarci nella nostra vita, la sua presenza e la sua parola vengono prima di ogni cosa. Il Signore ci sorprende sempre: quando ci mettiamo ad ascoltarlo veramente, le nubi svaniscono, i dubbi cedono il posto alla verità, le paure alla serenità, e le diverse situazioni della vita trovano la giusta collocazione”.

Spiega il Pontefice: «In questa scena di Maria di Betania ai piedi di Gesù, san Luca mostra l’atteggiamento orante del credente, che sa stare alla presenza del Maestro per ascoltarlo e mettersi in sintonia con Lui. Si tratta di fare una sosta durante la giornata, di raccogliersi in silenzio…trovare il coraggio di rimanere un po’ “in disparte” con Lui, per ritornare poi, con serenità ed efficacia, alle cose di tutti i giorni».

Mentre Maria lascia tutto per dare spazio a Gesù, Marta è tutta presa dai molti servizi. Gesù le dice: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose». Con queste parole Egli non intende certo condannare l’atteggiamento del servizio, ma piuttosto l’affanno con cui a volte lo si vive. Anche noi condividiamo la preoccupazione di Santa Marta e, sul suo esempio, ci proponiamo di far sì che, nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità, si viva il senso dell’accoglienza, della fraternità, perché ciascuno possa sentirsi “a casa”, specialmente i piccoli e i poveri quando bussano alla porta.

Papa Francesco: “Dobbiamo saper coniugare la contemplazione e l’azione”

Il Vangelo di oggi ci ricorda che la sapienza del cuore sta proprio nel saper coniugare questi due elementi: la contemplazione e l’azione. Marta e Maria ci indicano la strada. Sottolinea il Pontefice: «Dobbiamo associare questi due atteggiamenti: da una parte, lo “stare ai piedi” di Gesù, per ascoltarlo mentre ci svela il segreto di ogni cosa; dall’altra, essere premurosi e pronti nell’ospitalità, quando Lui passa e bussa alla nostra porta, con il volto dell’amico che ha bisogno di un momento di ristoro e di fraternità».

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