Pensioni 2019: rischio ritardi per le pensioni in convenzione

La senatrice Laura Garavini e i deputati Angela Schirò e Massimo Ungaro del Pd, eletti in Europa, sono entrati nel dibattito sul “prima Quota 100″, ossia della presunta corsia preferenziale che sarebbe stata assegnata dall’Inps all’evasione delle pratiche delle pensioni anticipate con Quota 100 e reddito di cittadinanza.”Con la nuova presidenza gialloverde, l’INPS (Istituto previdenziale italiano) sta privilegiando la trattazione delle misure di bandiera di Lega e M5S – soprattutto Quota 100 e Reddito di cittadinanza – a scapito di tutte le altre prestazioni, prevedendo addirittura incentivi monetari ai propri dipendenti per l’espletamento delle due misure”, hanno dichiarato i parlamentari.

“Ne dà conto un recente articolo di Repubblica, che racconta anche come agli sportelli dell’Inps sia un caos continuo, con pensionati che non riescono ad incassare la pensione”, hanno aggiunto. All’Inps, sostengono i tre parlamentari citando l’articolo di Repubblica, “le normali pratiche di pensione sono calate del 25%, le domande per la pensione di anzianità hanno tempi di giacenza del 78%, quelle di Opzione donna del 56%. Mentre si privilegia lo svolgimento delle pratiche pensionistiche legate a “Quota 100″, misura praticamente non applicabile all’estero”.

Possibili gravi ritardi

“La denuncia di Repubblica ci preoccupa molto”, si legge in una nota congiunta. “Già in passato le domande di pensione in regime internazionale hanno avuto un iter lento e farraginoso, un po’ per la carenza di personale dedicato e qualificato, un po’ per le difficoltà oggettive di trattazione delle pratiche in convenzione. Adesso, alla luce della gestione elettoralistica dell’INPS da parte dell’attuale Governo, sono plausibili ulteriori gravi ritardi nella trattazione delle domande pensionistiche dei nostri connazionali residenti all’estero”, hanno sottolineato i parlamentari.

Intervento in Parlamento

“Un allungamento dei tempi ingiusto e immorale, contro il quale intendiamo intervenire in Parlamento, se necessario, al fine di tutelare al meglio i diritti e gli interessi dei nostri connazionali residenti all’estero”, hanno concluso Garavini, Ungaro e Schirò.

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