Riforma fiscale e flat tax: l’analisi di Landini (Cgil)

Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, ad Ancona per l’inaugurazione della sede urbana del sindacato, ha parlato di riforma fiscale e flat tax. Per l’esponente sindacale: “La riforma fiscale deve aumentare le detrazioni per il lavoro dipendente e ridurre la tassazione sui pensionati, non con un tassa piatta uguale per tutti“. “Per noi il principio deve rimanere quello della progressività. Chi più prende più paga, e chi ha più patrimonio deve contribuire alla realizzazione dei progetti e delle iniziative”, ha precisato Landini. .

Altro fronte in cui bisogna studiare degli interventi, per il leader della Cgil è è quello dell’evasione fiscale. “Bisogna combatterla seriamente: con 120 miliardi di evasione fiscale, di cui 35 per l’Iva, non si possono ipotizzare nuovi condoni. Con le nuove tecnologie che ci sono oggi, se si vuole, si può affrontare questo tema. Queste sono le proposte che faremo al governo, che discuteremo con i lavoratori e porteremo nelle piazze d’Italia per rivendicare il cambiamento vero”.

Decreto sblocca cantieri

Un altro tema affrontato dal segretario generale della Cgil è quello del decreto sblocca-cantieri. “Aver aumentato il subappalto, aver introdotto la logica del massimo ribasso e il fatto che chi progetta, realizza e controlla è la stessa azienda, sono errori clamorosi“, ha spiegato il leader sindacale: “Abbiamo avanzato le nostre proposte e il governo ha tutto lo spazio per aprire un confronto. Di sicuro in quel modo lì non siamo d’accordo: non solo non si sbloccano i cantieri, ma c’è il rischio di tornare indietro anche sulle condizioni di vita e di lavoro delle persone”. 

Stato sociale e produttività

Nel suo intervento alla presentazione del Rapporto sullo stato sociale 2019 “Welfare pubblico e welfare occupazionale”, presso l’Università La Sapienza di Roma, Landini ha osservato: “I Paesi con più produttività sono quelli che hanno investito di più nello stato sociale”. “Una parte dei nostri problemi arrivano anche dal tipo di cultura che si è affermata in Europa rispetto allo stato sociale. Per un certo periodo sia i sindacati sia le forze politiche non vedevano nello stato sociale un limite allo sviluppo, anzi”.

“Oggi il debito pubblico è ancora più alto e l’Italia continua a essere in una situazione stagnante. Oggi, nel 2019, siamo messi peggio di prima. Si dovrebbe fare un bilancio sulla politica da fare”, ha sottolineato l’esponente sindacale.

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