Riforma delle pensioni: le richieste al nuovo Governo

Mentre il  nuovo Governo è impegnato nella scelta dei sottosegretari, gli esecutivi unitari dei Sindacati dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil hanno indetto una manifestazione nazionale a Roma, fissata per metà novembre, per porre  l’attenzione dell’Esecutivo sul fisco, la non autosufficienza e la sanità. I sindacati dei pensionati ritengono necessario, inoltre, tutelare i redditi da pensione, la maggior parte dei quali non arrivano ai mille euro al mese.

“Quando si scende in piazza non lo si fa necessariamente per protestare o contro qualcuno ma anche per chiedere di essere ascoltati e per sollecitare delle risposte. Le nostre rivendicazioni sono antiche e note: chiediamo di pagare almeno le stesse tasse dei lavoratori, una legge nazionale di civiltà sulla non autosufficienza e risorse per il rilancio della sanità pubblica“, ha precisato via social il segretario generale dello Spi-Cgil Ivan Pedretti.

Donne e riforma delle pensioni, il punto di Orietta Armiliato del CODS

Orietta Armiliato , amministratrice del Comitato Opzione Donna Social, ha esternato a Contattonews il suo pensiero sulla riforma delle pensioni vista dal punto di vista delle donne:”Mentre leggo su “La Repubblica” dell’altro ieri la dichiarazione sugli aspetti pensionistici rilasciata dal Senatore Antonio Misiani (Pd) che ci dice: “Non creeremo altre discriminazioni”, sorrido augurandomi che questo proponimento possa davvero essere perché le discriminazioni ci sono e ci sono state, specie a danno delle donne lavoratrici e non sono state roba di poco conto. Naturalmente il raziocinio mi riporta a fotografie datate che fissano la rappresentazione di un paese in recessione e poi in stagnazione e poi ancora in recessione e nuovamente in stagnazione, condizioni che non hanno reso possibile riequilibrare discrimini e storture ma solo fare qualche aggiustamento per creare un poco di flessibilità ma….dimenticando spesso il credito che le lavoratrici hanno accumulato nel tempo.

Mi riferisco ad esempio al welfare gratuito che le donne da sempre elargiscono a piene mani e che aggrava il loro quotidiano a vantaggio di tutti, stato compreso, e che non viene riconosciuto in nessun modo e che anzi va a discapito della loro situazione previdenziale, del cumulo gratuito dei contributi versati nelle diverse casse previdenziali, provvedimento legislativo accessibile a tutti ad esclusione delle lavoratrici che vorrebbero pensionarsi con la misura dell’Opzione Donna ed agli esodati, senza dimenticare l’ultima brutta pagina scritta su questa tormentata misura che pur ha visto la proroga a tutto il 2018 ma con il peggioramento di ambedue i requisiti di accesso, ovvero sia l’innalzamento a 58/59 anni dell’età anagrafica e la cancellazione dell’arrotondamento di quella contributiva che considerava come 35 anni complessivi la carenza determinata da 34 anni 11 mesi e 16 giorni di fatto maturati.

Ora, senza aspettarci cambiamenti epocali anche se una riforma pensionistica sarebbe necessaria ed auspicabile, auguriamoci che si possano vedere realizzate misure che creino un po’ di quella invocata flessibilità necessaria a colmare almeno qualche lacuna legislativa e a soddisfare qualche primario bisogno delle donne. Il CODS, in ogni caso, rinnova il suo impegno a portare avanti le proprie attività in questa direzione #perledonnedioggiedidomani”.

Pensioni Quota 100 e le donne 

In tema di pensioni e flessibilità in uscita, Armiliato ha osservato: “Quota 100 non è una misura per donne, alle quali resterebbe solo la “SCELTA” economicamente sfavorevole dell’OPZIONE DONNA se ne sarà confermata la proroga”. Ciò risulta evidente dai dati forniti dall’Inps:”Sono 175.995 le domande giunte all’Inps al 6 Settembre, di cui 130.315 presentate da uomini e 45.680 da donne”.

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