Riforma delle pensioni 2018. Le ultime novità su anzianità contributiva e tassazione sulle pensioni

Le ultime novità sulla riforma delle pensioni 2018 riguardano la battaglia dell’Inca contro l’interpretazione dell’Inps sull’anzianità contributiva dei lavoratori in regime di part time ciclico verticale. “E’ davvero paradossale, ma è così: per i lavoratori in part time ciclico verticale non resta che la via giudiziaria per vedersi riconoscere tutta l’anzianità contributiva inclusa quella relativa ai periodi di non lavoro. L’Inps insiste e resiste fino all’ultimo grado di giudizio per imporre una interpretazione restrittiva, che penalizza pesantemente chi non per scelta, ma per imposizione delle aziende, è costretto a pause di inattività, pur essendo titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato“, ha dichiarato il patronato della Cgil.

La questione investe tutti i dipendenti di aziende che svolgono attività ciclica, vale a dire intervallata da periodi di sosta dovuti a specifiche caratteristiche del ciclo produttivo (per esempio, le mense scolastiche, che chiudono nella pausa estiva e il settore del trasporto aereo, i cui addetti lavorano secondo un calendario ben preciso )”, ha precisato l’Inca. Secondo una stima della Cgil Veneto, il problema interessa oltre 150 mila lavoratori in Italia. Soltanto nella regione, nel settore privato, escludendo l’agricoltura, i lavoratori in part time verticale sono 13.340.

La battaglia per l’anzianità contributiva nel part time verticale. 

L’Inca ha ricordato la sentenza emessa dal Tribunale di Venezia il 27 marzo 2018 (n. 200), su un ricorso promosso da Inca e Cgil Veneto, in favore di una lavoratrice, addetta alle mense scolastiche del Comune di Spinea, alla quale l’Inps ha voluto conteggiare l’anzianità contributiva, ai fini della pensione, considerando solo i 9 mesi di lavoro effettivo in un anno, escludendo i 3 di pausa forzata dovuta alla chiusura delle scuole.

“Un danno che si è protratto a partire dal 1999, anno in cui è stata assunta, fino ad oggi, con una riduzione complessiva del numero dei contributi di 5 anni. E se non ci fosse stata questa sentenza, gli effetti si sarebbero prolungati nel tempo ritardando il raggiungimento del diritto alla pensione. La conseguenza positiva di questa sentenza è che la lavoratrice potrà dunque recuperare dal mese di aprile del 1999, per ogni anno, 3 mesi di contribuzione utili all’anzianità contributiva”, chiariscono dal patronato.

Morena Piccinini, presidente Inca ha commentato l’annosa vicenda: “L’ostinazione di Inps nello scegliere la via giudiziaria piuttosto che modificare una interpretazione sbagliata, oltreché dannosa per chi la subisce, è davvero inaccettabile quanto incomprensibile. Se pensa che noi desisteremo dal promuovere l’azione legale, sbaglia. Anzi, andremo avanti fino a quando non verrà affermato il diritto a tutti i lavoratori e le lavoratrici coinvolti”.

Per Inca ci sono tutti i presupposti giuridici affinché l’Istituto corregga il proprio orientamento senza aspettare modifiche legislative come invece pretenderebbe”. “Finora, infatti tutti i ricorsi legali hanno portato ad un identico risultato, e cioè la condanna dell’Istituto previdenziale pubblico a ricalcolare l’anzianità contributiva dei lavoratori ricorrenti con contratto part time ciclico verticale”, ha sottolineato l’Inca.

Riforma delle pensioni 2018: le ultime dichiarazioni di Barbagallo (Uil).

La riforma delle pensioni 2018 per Il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, deve passare attraverso una modifiche del sistema fiscale. “Bisogna ridurre le tasse sui salari e sulle pensioni”, ha affermato nel suo intervento al Congresso Uiltucs, “sarà questa la nostra prima rivendicazione nei confronti del prossimo Governo.

Lo faremo nell’interesse dei nostri rappresentati, ma anche dell’intero Paese che è destinato a restare fanalino di coda in Europa nella classifica della crescita sino a quando non cresceranno i salari e le pensioni in modo significativo e strutturale e i giovani non avranno lavori stabili”.

“I nostri salari e le nostre pensioni”, ha sottolineato Barbagallo, “sono tra i più bassi in Europa, mentre il peso della tassazione è tra i più alti. Ecco perché il Paese non cresce. C’è, ovviamente, bisogno di investimenti pubblici e privati in infrastrutture materiali e immateriali. Ma è anche indispensabile”, ha concluso il leader sindacale, “continuare a sottoscrivere i rinnovi contrattuali, a ridurre le tasse su lavoro e pensioni e a creare le condizioni per una crescita occupazionale a favore dei giovani, i più penalizzati dalla crisi economica”. Qui puoi trovare le ultime news e novità su riforma pensioni.

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