Riforma delle pensioni 2018. Le ultime novità su Opzione donna, legge Fornero e quota 41

Riforma delle pensioni 2018: modifiche alla legge Fornero. E’ intervenuto nel dibattito sulla riforma delle pensioni 2018 Guglielmo Loy, presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza Inps, che da Genova ha affrontato il tema dell’età pensionabile e delle modifiche alla legge Fornero. “Abbiamo sempre ribadito che la Fornero è stata una cattiva legge, perché parte da un presupposto sbagliato e cioè che le persone sono tutte uguali, che il loro rapporto con il lavoro è uguale, e invece, come sappiamo, ci sono condizioni molto diverse”, ha affermato, come riportato da Genova 24.it .

Per Loy: “La Fornero deve essere resa più flessibile e bisogna comprendere le condizioni soggettive delle persone, aprendo a quella flessibilità necessaria per rispondere ad alcune emergenze sociali, quelle di chi non ha lavoro o di chi fa un lavoro pesante”. Ma l’abolizione della legge Fornero non è praticabile per il presidente del Civ, per il quale bisogna tener conto “di un quadro più ampio e, cioè del quadro occupazionale”. “Noi dobbiamo mantenere saldo il principio che le pensioni si pagano con i contributi di chi oggi lavora, se le persone che lavorano oggi sono insufficienti dobbiamo tenere l’equilibrio, ma rispondere a quelle emergenze sociali”, ha chiarito Loy.

Per quanto riguarda la possibilità di abbassare l’età pensionabile utilizzando un sistema di quote come, ad esempio Quota 100, ha precisato che se non aumenta il numero dei lavoratori attivi e dei relativi contributi, “qualsiasi intervento per ridurre l’età pensionabile deve essere molto ponderato, altrimenti c’è il rischio che non si paghino le pensioni”.

Riforma delle pensioni e flessibilità in uscita: l’introduzione di Quota 41 analizzata dal Movimento Opzione Donna. 

Lucia Rispoli, amministratrice del Movimento Opzione Donna, gruppo nato in rete che si batte per la proroga di Opzione donna al 2018, ha trattato in un post il tema di Quota 41, ossia della possibilità di andare in pensione una volta raggiunti 41 anni di contributi versati, senza vincoli anagrafici. “Visti i drammatici effetti della legge Monti – Fornero ci chiediamo che senso ha ridisegnare una nuova riforma pensionistica in virtù del principio di parità (41 per tutti), se mancano nel contempo interventi riformatori del sistema welfare e delle regole del mondo del lavoro?”, si è chiesta Rispoli.

“Le donne hanno sostituito per decenni lo Stato e la mancanza di strutture adeguate; le donne sono state occupate per una intera vita da un lavoro fuori casa e da un impegno quotidiano dentro casa che le ha volute “addette all’assistenza” di figli, di genitori, di parenti anziani, di nipoti, troppo spesso impossibilitate a produrre in ambito lavorativo tanto quanto un uomo e, quindi, OGGI a raggiungere il nuovo traguardo fissato per TUTTI in “41 anni contributivi”, ha aggiunto.

L’amministratrice del Movimento Opzione donna ha puntualizzato:”Oggi invece le donne si aspettano un concreto impegno politico post-elezioni per recuperare i “risparmi dei costi previdenziali già accantonati” fino al 2017, ottenuti con l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne, e chiedono che venga ripristinata la corretta destinazione degli stessi a favore delle donne. Il punto non è che noi donne ci teniamo tanto ad andare in pensione prima degli uomini, il punto è che il welfare delle donne nel nostro Paese tocca livelli non degni di un Paese europeo”.

Lucia Rispoli ritiene che affinché “ci sia una crescita del nostro Paese, tutte le risorse disponibili devono essere investite oggi per riequilibrare le discriminazioni ed inefficienze, prime fra tutte quelle delle donne italiane che sostengono ancora per tutti il peso di tutto il lavoro di cura fuori e dentro casa”.

In conclusione, Rispoli ha chiarito:”Chiediamo che ci venga riconosciuto il nostro impegno nei confronti del Paese e che vengano attuati i programmi elettorali e, in primo luogo, impegnate risorse per prorogare al 2018 una misura di flessibilità c.d. Opzione Donna che consenta alle donne di poter scegliere di accedere alla pensione, con IL calcolo contributivo dell’intera carriera lavorativa, con il requisito contributivo di 35 anni di lavoro fuori casa (e dentro casa!) ed il requisito anagrafico di 57/58 anni. La parità deve albergare in ogni fase della vita e deve essere presente ogni giorno nelle opportunità e nelle possibilità di scelta. Le donne non possono più attendere e la tossicità degli effetti della legge Fornero continua a fare vittime sul campo”. Qui puoi trovare le ultime news e novità su riforma pensioni.

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