La professoressa Elsa Fornero recentemente è tornata sul tema delle pensioni e della flessibilità in uscita. “Bisogna guardare al futuro della demografia italiana. Il Paese invecchia rapidamente non può permettersi di avere le stesse età di pensionamento di una demografia come quella degli anni Sessanta”, ha dichiarato da Genova.
Per l’economista:”“Non vanno mai cambiate le pensioni guardando all’oggi o peggio al passato, bisogna guardare al futuro. L’economia è cambiata: una volta le persone avevano lavori regolari e relativamente ben pagati, oggi i giovani che dovrebbero sostenere gli anziani in pensione hanno lavori precari, discontinui e mal pagati”.
Riforma pensioni e flessibilità in uscita
“Se vogliamo guardare al futuro, come afferma Elsa Fornero, bisogna rendere meno rigido il sistema previdenziale figlio della sua riforma, come avevamo fatto con Prodi inventando le ‘Quote’”, ha dichiarato Cesare Damiano, dirigente del Partito Democratico.
“Perché il futuro è fatto di sistema ‘contributivo’ e non più ‘retributivo’. Chi ha cominciato a versare i contributi previdenziali a partire dal primo gennaio del 1996 avrà, infatti, l’assegno pensionistico interamente calcolato con il sistema contributivo: bisogna togliere, come chiediamo da tempo, il vincolo che pretende di avere una pensione che valga almeno 2,8 quella minima per poter andare in pensione a partire dai 63 anni, come previsto dalla legge Fornero. Si tratta di una misura ingiusta, vessatoria ed anacronistica, che non ha niente di moderno e che non guarda al futuro dei giovani”, ha osservato Damiano.
Cancellazione legge Fornero
“Purtroppo, l’attuale Governo, che ha parlato a più riprese di cancellazione della legge Fornero, l’ha solo incipriata un po’ con la ‘Finestra 100’, che dura solo tre anni ed è rivolta a una precisa platea: lavoratori che hanno la possibilità, con una carriera continuativa di altri tempi, di arrivare ai 38 anni di contributi”, ha concluso Damiano.