Tra il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, e il presidente dell’Inps Tito Boeri vi è stato un colloquio riservato e lontano dalle telecamere. Legge Fornero, reddito di cittadinanza e flat tax, sono tra gli argomenti principali di cui hanno discusso.
L’incontro tra Luigi Di Maio e Tito Boeri.
Luigi Di Maio ha detto che intende andare avanti con i primi provvedimenti sulla “triade” già nella legge di bilancio di fine anno, perché si tratta di “emergenze sociali” che vanno realizzate “il prima possibile. Anzi, subito”, come ha ribadito in una intervista rilasciata a Il Corriere della Sera.
“Io personalmente non sono affatto contrario allo spirito del provvedimento”, ha detto Tito Boeri, ma “questo non mi esime dal fare i conti con la realtà che, spesso, ci impone delle scelte” – ha aggiunto – “affermare che le relazioni tecniche esprimono un giudizio politico” come ha fatto “il ministro Di Maio”, significa “perdere sempre più contatto con la crosta terrestre, mettersi in orbite lontane dal nostro pianeta”.
Lo scontro tra Di Maio e Boeri era nato infatti dalla relazione tecnica dell’Inps che accompagnava il provvedimento caro al Ministro M5S in cui si stima una perdita di 8mila posti di lavoro all’anno per effetto delle nuove norme.
Il superamento della legge Fornero, secondo diversi calcoli, costerebbe solo il primo anno 14 miliardi ed a regime 20 miliardi. Con quota 100 (data dalla somma tra età anagrafica e contributi versati) si avrebbe un costo variabile a seconda delle opzioni. In base a recentissime simulazioni dell’Inps, rinunciando, invece, ai 41 anni, il primo anno si spenderebbero 4,6 miliardi. Il ripristino della pensione di anzianità con 41 anni di contributi e ‘quota 100’ con 64 anni di età minima nel 2019 costerebbe 11,6 miliardi, per 596 mila pensioni in più a fine anno.