L’ex ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Elsa Fornero, intervistata da La Repubblica ha dichiarato che la proposta di legge sulle pensioni d’oro presentata alla camera dai capogruppo di Lega e M5s sia in contrapposizione con l’idea dell’introduzione di Quota 100 e quota 41. Definendola, inoltre, confusa e capace solamente di accentuare l’astio popolare.
Riforma pensioni: le dichiarazioni di Elsa Fornero.
Elsa Fornero nell’intervista a Repubblica, in merito alle pensioni d’oro e della bozza di legge per ridurle si è dimostrata molto dura: “Tecnicamente è una misura confusa, quando si tratterà di trasformarla in legge non mancheranno i problemi. Quello che più mi preoccupa però è come l’intervento viene presentato. La filosofia di fondo è quella del giustizialismo. Chiamarle pensioni d’oro mi pare un eccesso, solo un modo per accentuare il risentimento popolare. Si tratta di un approccio pericoloso“.
Secondo Elsa Fornero, la proposta di legge sulle pensioni d’oro in contrapposizione con l’idea di introdurre Quota 100e e Quota 41. “Da una parte con il disegno di legge si vuole valorizzare il metodo contributivo, applicandolo al passato. Dall’altra, con il presunto smantellamento della Fornero, si ribadiscono ‘diritti acquisiti’ scarsamente compatibili con il nuovo metodo.” ha detto l’ex ministro del Lavoro a Repubblica.
“Con la Quota 100 o con il diritto alla pensione dopo 41 anni, i pensionati godranno di pensioni relativamente generose perché calcolate in base al metodo retributivo. Per assurdo, si riportano indietro le lancette dell’orologio e si ripristina la pensione di anzianità indicata come una delle gravi anomalie italiane”, ha spiegato Elsa Fornero.
Secondo la Fornero l’Italia avrebbe bisogno soltanto di unità, non di ulteriori frazionamenti e che un contributo di solidarietà sarebbe stata la strada da seguire, strada, del resto, già percorsa negli ultimi anni. Poi l’ex ministro del governo Monte ha risposto alle accuse di Matteo Salvini che le ha definite “una ricerca del capro espiatorio” ed ha aggiunto “È ancora più facile se il bersaglio è una donna. In questo chiunque può vedere un chiaro elemento di vigliaccheria”.
La soluzione giusta per correggere la riforma delle pensioni del 2011 che porta il suo nome è quella già “intrapresa con l’introduzione dell’Ape social e volontaria. Si tutelano così le persone in stato di bisogno e si dà la possibilità a chi vuole, e a sue spese, di lasciare prima il posto di lavoro”.