Riforma pensioni: nuova flessibilità dopo Quota 100

Prosegue il dibattito su Quota 100 e sulle modifiche che si dovrebbero apportare ad sistema previdenziale secondo gli esperti del settore. Il presidente dell’Inapp, Stefano Sacchi, in un’intervista a “Formiche.net” ha precisato che l’aver deciso di non toccare Quota 100, non ha tuttavia risolto il problema di nuovi interventi sulle pensioni,  di cui dovrà necessariamente farsi carico la politica nel futuro. Secondo Sacchi:” La strada migliore sarebbe progettare subito un ammorbidimento dello scalone che arriverà tra il 2021 e il 2022, ripristinando elementi di quella flessibilità tolta dalla riforma Fornero”.

“Prima o poi, noi diciamo già subito dopo la manovra economica di fine anno, sarebbe il caso che la politica cominciasse a pensare a come riorganizzare l’intero sistema pensionistico visto che comunque Quota 100 terminerà nel 2021. Non sarebbe sbagliata, ad esempio, una legge delega per il riordino del sistema pensionistico, con una discussione aperta in Parlamento”, ha aggiunto

Una nuova flessibilità

Secondo il dirigente del Partito Democratico Cesare Damiano:”Ha ragione il presidente dell’Inapp, Stefano Sacchi, a ricordare che, scaduta Quota 100 a fine 2021, si renderà necessario ‘ammorbidire’ lo scalone di 5 anni che scatterà dal 2022. Noi la proposta ce l’abbiamo: ripristinare le Quote abolite dalla legge Monti-Fornero, che erano state introdotte da Prodi e dal sottoscritto nel 2007″.

La proposta di legge 857

“Una proposta di legge già esiste, ed e’ la 857 presentata nel 2013, primi firmatari Damiano-Baretta-Gnecchi. In essa si prevedeva una flessibilità che anticipava di 4 anni l’uscita dal lavoro, con una penalizzazione del 2% per ogni anno di anticipo. Oggi l’età di uscita, basata su quella proposta, sarebbe di 63 anni, la stessa dell’APE sociale”, ha concluso l’ex Ministro del Lavoro.

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