Riforma Pensioni, Quota 100: le ultime dichiarazioni di Tridico

Slitta a lunedì la Nota di aggiornamento al Def. Il Governo ha la necessità di avere a disposizione più tempo rispetto alla scadenza del 27 settembre per esaminare il quadro della finanza pubblica, in vista della Legge di Bilancio 2020. Quali interventi su pensioni, lavoro e fisco verranno messi in campo dal nuovo Esecutivo? “Riteniamo più equo intervenire con operazioni mirate sulle situazioni maggiormente meritevoli, piuttosto che vedersi negare il tutto. Ottimo quindi riaprire l’ottava salvaguardia per gli esodati residui; prorogare opzione donna ma non di anno in anno; riconoscere il lavoro di cura femminile e/o maschile, se in assenza della componente familiare femminile; rendere strutturali ape social e volontaria. Tutti questi interventi sono socialmente importanti, anche in maniera trasversale, e hanno dei costi non troppo elevati”, ha osservato Mauro D’Achille, amministratore del gruppo “Lavoro e pensioni: Problemi e soluzioni”.

“Per quanto riguarda invece la quota 41 e i precoci, l’ampiezza della platea è tale che richiederne un intervento generalizzato e a pioggia sarebbe economicamente insostenibile, data la situazione economica trovata dall’attuale Governo e la crisi, non solo italiana ma addirittura della Germania, che ci vede quasi in recessione. Continueremo quindi a richiedere un ampliamento delle categorie gravose, la revisione se non il blocco dell’allungamento della aspettativa di vita, e la rivisitazione dei coefficienti. Obiettivo, quest’ultimo, particolarmente importante dato che siamo sempre più vicini al momento in cui la quota di pensione calcolata con il metodo retributivo sarà sempre inferiore”, ha affermato D’Achille.

Pensioni, Quota 100, pensioni di garanzia, Quota 41 ed aspettativa di vita: le dichiarazioni di Tridico

Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ha confermato che le pensioni Quota 100 non sono a rischio. “Non mi risulta che ci saranno dei cambiamenti, del resto è un’opzione, così come un’altra“, ha dichiarato a DiMartedì. Dopo il triennio di sperimentazione, se non interverranno novità normative, la “finestra” che consente l’accesso anticipato alla pensione con 62 anni d’età e 38 di contributi verrà chiusa.

A proposito della riforma delle pensioni del Governo Conte, Tridico ha dichiarato:”Penso che nel futuro bisognerà fare una riflessione. Ci sono degli accorgimenti e delle modifiche che si possono fare. Questo Governo adesso ha il tempo di riflettere. A mio parere si potrebbe, come ho visto nel programma condiviso Pd-M5S,  istituire un fondo integrativo pubblico che possa funzionare anche da pensione di garanzia per i giovani”. “Sarebbe uno strumento importante che consentirebbe una maggiore flessibilità al sistema pensionistico”, ha aggiunto il presidente dell’Inps. “Tale fondo integrativo potrebbe funzionare anche come fonte dalla quale riscattare contributi e montanti da aggiungere al conto obbligatorio“, ha precisato Tridico.

In tema di aspettativa di vita e dell’ipotesi che il nuovo Governo possa decidere il rimuovere il blocco per le pensioni anticipate, Tridico ha affermato:”Bisogna interessarsi delle pensioni delle giovani generazioni, ma anche di capire che gli attuali lavoratori che stanno a 59, a 60, a 62 anni potrebbero essere colpiti anche negativamente. Abbiamo due meccanismi che operano su quel versante: da una parte l’aspettativa di vita che è stata bloccata nel 2026, che potrebbe aumentare l’età contributiva da 42 in su, dall’altra i coefficienti che operano sul montante, che si riducono. Questi sono due meccanismi perversi, forse troppo stringenti: quindi da una parte l’aspettativa che aumenta con i contributi che devono rincorrere l’età, dall’altra dei coefficienti che riducono la pensione“.

A proposito dell’introduzione di Quota 41 al termine della sperimentazione di Quota 100, Tridico ha osservato:”E’ un’opzione, però qualcosa bisogna pensare, con un’età minima che potrebbe essere, ad esempio 57“. Il punto, per il presidente dell’Ente previdenziale, “è che un giovane che inizia a lavorare a 30 anni con 41 di contributi andrebbe in pensione a 71 anni”.

Interventi per le donne, gap contributivo

Il nuovo Esecutivo ha annunciato interventi rivolti in maniera specifica alle donne. “Il Ministro Nunzia Catalfo al TG1 dichiara che tra i vari interventi, uno sarà dedicato alle donne, queste le sue parole: “un intervento per le donne , non solo per le inoccupate e disoccupate, abbiamo una forte percentuale di esse, ma anche per ridurre la differenza di retribuzione tra uomini e donne” Ecco se le parole hanno senso (e direi che così dovrebbe essere…) ci sarebbe piaciuto sentire dire dalla nuova Ministra, anche in virtù del fatto che è donna, che stanno lavorando per”ELIMINARE”e non per “RIDURRE” il gap retributivo esistente fra i generi che, peraltro, non è di lieve entità”, ha osservato Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione Donna Social.

“Invito tutti a non “dare nulla per scontato” a prescindere ma, soprattutto, quando si tratta di provvedimenti che coinvolgono masse e dunque la necessità di impiegare somme di denaro non di poco conto; dopodiché, senza passare per “gufi” ma solo perché è auspicabile tenere i piedi ben ancorati a terra per non dover poi subire cocenti delusioni, ricordiamo la sorte che hanno avuto le misure attese e “date per fatte” in questi ultimi anni”, ha sottolineato l’amministratrice del CODS.

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