Riforma pensioni: ultime news su flessibilità in uscita. Quota 100 fortemente discriminatoria per le donne

Il segretario della Cgil Maurizio Landini, segretario della Cgil, intervistato dal sito Quotidiano.net ha espresso la propria opinione sul nuovo governo, ed ha commentato le misure introdotte dal precedente esecutivo ed evidenziato quelle che si renderebbero necessarie su un piano politico e previdenziale. Landini non si è detto nè a favore nè contrario al nuovo governo, sul quale il sindacato si riserva di esprimersi solo ed esclusivamente dopo un confronto, che servirà a capire la nuova linea politica e la volontà di porre in essere un cambiamento.

Le richieste della Cgil al nuovo esecutivo sul piano economico, del lavoro e fiscale.

Landini ha spiegato in cosa dovrà consistere questo cambiamento che ci si attende dal nuovo esecutivo: “Chiediamo investimenti per creare lavoro, una riforma fiscale vera, dentro questa legge di stabilità, che aumenti salari e pensioni riducendo la tassazione. Poi lotta all’evasione e rinnovo dei contratti con aumenti detassati. Bisogna spingere su innovazione, stato sociale, scuola e formazione”. Secondo Landini il governo dovrà essere competente ma dovrà adottare un atteggiamento di ascolto nei confronti delle rappresentanze sociali.

Landini critica duramente quota 100 ed auspica una riforma strutturale del sistema pensionistico.

In particolare il segretario generale della Cgil si è posto con un atteggiamento critico verso quota 100, spiegandone limiti e criticità. In particolare la misura, ha evidenziato Landini, è stata fortemente discriminatoria per le donne, che invece vanno tutelate adeguatamente nelle condizioni di accesso alla pensione ed ha quindi auspicato quindi una riforma pensionistica strutturale, ed un’adeguata flessibilità in uscita dal mondo del lavoro.

Ha sottllineato, in particolare, come Quota 100 sia “un provvedimento che introduce discriminazioni per le donne: vanno tutelate, devono poter avere condizioni migliori per l’accesso alla pensione. Ci vuole una riforma strutturale. Quando si parla di pensioni non ci possono essere regole uguali per tutti. Chi fa lavori pesanti ed ha un’aspettativa di vita inferiore deve andare in pensione prima. Punto. Inoltre, serve flessibilità: chi arriva a 62 anni deve poter andare in pensione a prescindere da quanti contributi ha, ricevendo in base a quanto ha versato”.

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