Negli ultimi giorni, numerosi ambientalisti hanno accusato il governo, e in particolar modo il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, di aver autorizzato esplorazioni petrolifere nel mare di fronte alle regioni Puglia, Basilicata e Calabria, tradendo così le promesse fatte durante la campagna elettorale. Il ministro Di Maio e il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, sostengono invece che le autorizzazioni fossero state concesse dal governo precedente e siano state impossibili da bloccare. Ed hanno promesso che sarà presto approvata una legge che renderà difficili o impossibili nuove trivellazioni.
Caso trivelle, il ministro Sergio Costa: “non ho mai firmato autorizzazioni”
La polemica è scoppiata nei primi giorni dell’anno nuovo, quando alcuni attivisti si sono accorti che sul Bollettino ufficiale per gli idrocarburi e le georisorse, una pubblicazione del ministero dello Sviluppo economico, erano comparsi una serie di decreti che autorizzavano l’esplorazione alla ricerca di idrocarburi in tre aree del Mar Ionio.
Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, ha spiegato in un post facebook: “Da quando sono ministro non ho mai firmato autorizzazioni a trivellare il nostro Paese e i nostri mari e mai lo farò. In questi giorni si sta scrivendo e dicendo tanto sul tema delle trivelle. Ve ne ho già parlato il 30 dicembre” ma “poiché qualcuno fa – anche in mala fede – confusione, occorre ribadirlo. Non sono diventato ministro dell’Ambiente per riportare l’Italia al Medioevo economico e ambientale. Anche se arrivasse un parere positivo della Commissione Via, non sarebbe automaticamente una autorizzazione. Voglio che sia chiaro. I permessi rilasciati in questi giorni dal Mise sono purtroppo il compimento amministrativo obbligato di un sì dato dal ministero dell’Ambiente del precedente governo, cioè di quella cosiddetta sinistra ‘amica dell’ambiente’. Quello che potevamo bloccare, abbiamo bloccato”. Costa, inoltre, ha assicurato, che “lavoreremo per inserire nel ‘Dl Semplificazioni’ una norma per bloccare i 40 permessi pendenti come ha proposto il Mise“.