The Resident: i segreti del successo della serie evento dell’estate!

In tempi di repliche, dall’ultima edizione di “Don Matteo” a quella di “Che Dio ci aiuti”, e “techetè” che conservano i ricordi della televisione dei bei tempi andati, il tutto condito con qualche classico immarcescibile del cinema americano, il palinsesto estivo di Rai 1 pare procedere assai stancamente in attesa della rinascita autunnale. Eppure, in tanta bonaccia, la rete ammiraglia della RAI ha messo a segno un gran colpo, aggiudicandosi la messa in onda di una fortunata serie televisiva di marchio statunitense. “The Resident” è infatti prodotta dalla Fox, dove è in programmazione da ben due anni. La prima serie è ora trasmessa in Italia, con una fitta batteria di puntate (tre episodi per serata, che ci accompagnano fino alla mezzanotte) destinate a terminare il 23 luglio.

Il segreto del successo di The Resident!

Certamente, il primo impatto è quello visivo: ogni serie che ambisca al successo ha bisogno di un volto che la incarni, destinato a rimanere impresso nello sguardo degli spettatori e, perché no, a fare breccia nei cuori delle spettatrici. Per rimanere nell’ambito della fiction ospedaliera, è andata così nel caso di George Clooney ai tempi di “ER- Medici in prima linea”, oppure per il tormentato Hugh Laurie, alias “Doctor House”: fortunatissime serie del passato che hanno assicurato una ottima carriera ai loro attori protagonisti.

La rivelazione di Matt Czuchry.

Ora è il turno di un altro attore tutt’altro che esordiente, che ha finalmente trovato il ruolo della vita: Matt Czuchry, infatti, classe 1977, ha alle spalle più di un decennio di gavetta, tra cinema e tv, con esperienze importanti in fiction come “Una mamma per amica” e “The good Wife”. Oltre al bell’aspetto, non manca all’attore il talento nella recitazione, che gli permette di costruire un personaggio avvincente, pronto a battersi contro le molte ingiustizie del sistema sanitario.

La denuncia sociale.

L’altro elemento vincente della serie è infatti costituito dal taglio dato agli eventi narrati: a differenza di tante altre produzioni USA di argomento simile, qui a primeggiare non è soltanto il ritmo incalzante del pronto soccorso, dove si mettono a dura prova le competenze diagnostiche e chirurgiche di medici dalle conoscenze enciclopediche. La serie intende in realtà mettere a nudo, più ancora di quanto avvenisse in Dr. House, i veri e propri intrighi di potere insiti nel sistema della sanità privata americana: carrierismo spietato, finanziamenti pilotati nella ricerca, coperture assicurative che emarginano spietatamente i più poveri dall’assistenza medica, pregiudizi di classe o razziali garantiscono alla narrazione uno spessore sociale inedito e perciò degno di attenzione.

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